Nell’era digitale, il gaming non è visto più solo come un passatempo, ma sta emergendo come un potente strumento di sviluppo delle competenze per la Generazione Z. Secondo recenti studi, tra cui un’indagine commissionata da YouTube a Censuswide, il gaming sta rivestendo un ruolo cruciale nell’aiutare i giovani a prepararsi per il loro primo lavoro.
Il Gaming come palestra di competenze
L’indagine di Censuswide, sottolinea che i recruiter stanno iniziando a riconoscere il valore delle competenze acquisite attraverso il gaming. Tali abilità, che vanno dal pensiero critico alla risoluzione di problemi, sono trasferibili e preziose nel mondo del lavoro. I giochi, spesso basati su strategie complesse e necessità di comunicazione efficace, offrono un terreno fertile per sviluppare tali competenze.
Secondo i dati dello studio, il 69% dei recruiter italiani sarebbe favorevolmente colpito se si menzionasse la passione per il gaming nel proprio CV o durante il colloquio di lavoro. Per il 52% il gaming aiuterebbe a trovare un’occupazione più facilmente. Il 64% si è dichiarato più incline ad assumere un appassionato di gaming, capace di parlare delle competenze sviluppate attraverso lo stesso.
“Le competenze acquisite attraverso il gaming possono essere molto importanti nel mercato del lavoro di oggi. E proprio al gaming è stato riconosciuto il merito di aver contribuito a incoraggiare le persone ad avvicinarsi al settore tecnologico. Gli hackathon, ad esempio, hanno generato un chiaro crossover tra gaming e programmazione. Quando si tratta di includere il gaming come parte del proprio Cv, la questione è come renderli pertinenti al lavoro per cui ci si propone o come questi rendono un candidato più interessante come potenziale dipendente”, ha dichiarato Ian Storey, Director Hays, azienda leader nel settore recruitment.
Riconoscimento nel mondo del lavoro
Forbes Italia sottolinea come i recruiter siano più propensi ad assumere un gamer, riconoscendo le competenze acquisite attraverso questa attività. Tuttavia, solo il 32% della Gen Z sarebbe disposto a citare il gaming nel proprio curriculum. Solo il 22% degli intervistati della Gen Z (età 18-26 anni) ritiene che il gaming offra loro maggiori possibilità di sviluppare competenze utili sul posto di lavoro. Tali dati riflettono una certa riluttanza da parte dei giovani nel riconoscere il valore professionale del gaming, forse a causa di pregiudizi ancora esistenti riguardo a questa attività.
Gaming e sviluppo di Soft Skills
Il gaming non solo sviluppa competenze tecniche, ma anche importanti soft skills. I videogiochi incoraggiano il pensiero strategico e migliorano le capacità comunicative, due aspetti fondamentali in qualsiasi ambiente lavorativo. Inoltre, il gaming può migliorare la capacità di operare in team, un’altra competenza chiave ricercata dai datori di lavoro.
Analizzando lo studio di Censuswide, è emerso che il 64% dei recruiter intervistati ha dichiarato di aver lavorato con gamers e ritiene come questi riescano spesso a trasferire le competenze apprese nel gaming sul posto di lavoro. Tra le abilità acquisite vengono citate il pensiero strategico (42% dei recruiter), problem solving (39%), attitudine a mantenere la calma sotto pressione (36%). Secondo gli esperti tali doti sono intrinseche di chi è appassionato di gaming, in quanto in grado di destreggiarsi in circostanze in continuo cambiamento e a rapportarsi in modo efficace con gli altri membri del team di gioco.
Impatto sulla Gen Z
La Generazione Z, cresciuta nell’era digitale, vede nel gaming non solo una forma di intrattenimento, ma anche un mezzo per sviluppare competenze vitali. Questa generazione è caratterizzata da un approccio diverso al lavoro, con un’enfasi maggiore sull’innovazione e la creatività. Il gaming, con la sua natura dinamica e interattiva, si allinea perfettamente con queste caratteristiche.
“Non sorprende che i gamer abbiano compreso il legame tra gaming e lavoro. Il gaming può aiutare a sviluppare importanti capacità occupazionali, come comunicazione, intraprendenza e adattabilità. Un gamer può creare connessioni tra ciò che sta facendo in un videogame e ciò che potrebbe dover fare nel lavoro o nello studio, e sentirsi sicuro di avere gli strumenti a sua disposizione per avere successo, perché ha fatto qualcosa di simile nel proprio videogame preferito”, ha dichiarato Mathew Barr, Senior Lecturer in Computing Science all’Università di Glasgow, studiando la relazione tra gaming e competenze professionali.
“Per decenni ci è stato detto che praticare uno sport di squadra, ad esempio, è una buona cosa. Lo stesso si può dire dei videogiochi di squadra. Infatti, nel mondo digitale il tipo di cooperazione online richiesta dai videogiochi è forse più rilevante che mai”, ha aggiunto l’esperto.
Sfide e Opportunità
Nonostante i numerosi vantaggi, esistono ancora sfide da superare. La principale fa riferimento al riconoscimento del valore del gaming nel contesto professionale. Sono ancora molti i giovani che esitano a menzionare il gaming come competenza nel loro CV, temendo che possa essere visto in modo negativo dai datori di lavoro. Tuttavia, con un cambiamento di mentalità e una maggiore consapevolezza, il gaming potrebbe diventare un punto di forza per i candidati in cerca di lavoro.
Il gaming sta emergendo come un importante strumento di sviluppo delle competenze per la Generazione Z. Mentre il mondo del lavoro continua a evolversi, le abilità acquisite attraverso il gaming potrebbero diventare sempre più preziose. È importante che sia i giovani che i datori di lavoro riconoscano il potenziale del gaming non solo come forma di intrattenimento, ma anche come mezzo per sviluppare competenze professionali cruciali. Con un cambiamento di prospettiva, il gaming potrebbe trasformarsi in un potente alleato per il successo professionale della Gen Z.