Il settore del gioco retail è in crisi. A renderlo noto sono alcuni dati sciorinati durante la tavola rotonda “Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie” dell’Eurispes sul tema “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo dell’offerta territoriale in Italia”. Il convegno è servito a fare il punto su una situazione spesso sottovalutata e che l’imminente riordino del gioco voluto dal governo Meloni rischia di mettere ancora più in ginocchio.
I dati raccolti evidenziano, infatti, come tra il 2017 e il 2022, il retail abbia registrato un segno negativo in ogni tipologia di offerta ludica. Parliamo di un -35% per i punti generalisti, un -19% per negozi e punti scommesse e il -15% di punti vendita di Lotterie Gratta e Vinci.
A questi vanno aggiunti un -10% di sale Bingo, il -8% di sale specializzate (apparecchi AWP e VLT) e il -7% di ricevitorie GNTN e Superenalotto. In quella che è una vera e propria carneficina il +1% fatto registrare dalle ricevitorie di Lotto e 10eLotto è una goccia nell’oceano che nulla sposta nel giudizio finale.
Per questi motivi, nel convegno si è sottolineata la necessità di interventi urgenti nei confronti del gioco fisico, a partire dal riordino del settore.
I problemi del gioco fisico
Al momento, secondo gli addetti al settore, due sono i problemi principali che attanagliano il settore retail del gioco. Il primo e il più urgente da risolvere, è la mancanza di una legge univoca sull’azzardo. Al momento la regolamentazione del settore dipende dalle diverse leggi regionali e questo non fa altro che peggiorare la situazione. Per questo si chiede di superare il federalismo in materia d’azzardo e fare finalmente chiarezza su cosa sia possibile fare e cosa no.
Il secondo motivo di scontento riguarda la questione del cosiddetto distanziometro. Quest’ultima questione è particolarmente complessa perché risulta impossibile coniugare il distanziometro con l’esistenza stessa dell’offerta fisica del gioco pubblico, soprattutto se alla concorrenza, ovvero al gioco online, viene consentito di essere fruibili 24 ore su 24 e, soprattutto, anche all’interno dei cosiddetti «luoghi sensibili». Questo è uno dei tanti paradossi con cui il gioco terrestre deve fare i conti al momento.
Il Governo si è accanito verso il settore terrestre con una serie di limitazioni che ne danneggiano l’industria, ma non ha fatto nulla per limitare il settore online, che, anzi, ha continuato a proliferare soprattutto dalla pandemia in poi.
Proprio durante quest’ultima si è vissuto il punto più alto di disagio degli operatori del settore terrestre, dato che, mentre le loro attività erano costrette a rimanere chiuse a causa dei decreti legislativi, i giocatori si spostavano in massa sui siti online per dare sfogo alla loro voglia di gioco.
Le soluzioni
Quali sono le soluzioni alla situazione attuale? Secondo l’Osservatorio, serve tutelare i punti vendita generalisti sia per il loro valore sociale (dato che generano lavoro per circa 140.000 persone), sia per il loro valore erariale. Il gioco retail, infatti, contribuisce per due terzi del gettito totale della filiera dell’azzardo alle casse dello Stato.
La questione non è di poco conto, dunque, proprio perché si rischia di distruggere un’industria che è importante per le casse dello Stato.
Vero è che anche il retail deve in qualche modo reinventarsi. La pandemia e lo sviluppo dell’online hanno cambiato di fatto le abitudini di gioco. Dunque, c’è necessità di creare nuovi schemi che vadano al di là di quelli classici. La priorità deve essere quella di coinvolgere maggiormente il cliente immettendolo in un contesto che vada al di là del solo aspetto ludico e che lo stimoli maggiormente. Per questo andrà sviluppato
Da questo punto di vista va strutturato anche in maniera diversa il compito del personale. Occorre una formazione diversa, più orientata verso le necessità del cliente e che sia in grado di risolvere in tempi rapidi eventuali criticità.
Un ruolo importante deve farlo anche lo studio delle abitudini di gioco, in modo da proporre prodotti sempre più vicini ai gusti dei giocatori. In pratica è necessario creare un mix centrato sul target e innovazione, creando un’esperienza unica e indimenticabile.
Solo raccogliendo questa sfida il settore retail può avere un futuro.